Cultura dei nativi americani
lunedì, 11 novembre '24
La saggezza della vecchiaia
Pubblicata mercoledì, 14 gennaio '04
Fra le virtù più importanti di un essere umano, una delle più rispettate fra gli Indiani era senza dubbio la saggezza. Era una delle doti richieste ai capi, insieme con l'autocontrollo, la generosità, il coraggio e l'audacia. Ma fra tutte era anche la meno "dimostrabile".
Un uomo era ritenuto saggio quando era capace di dispensare validi consigli al prossimo, quando infondeva fiducia ai guerrieri prima di una spedizione di guerra, quando riusciva a trovare mediazioni durante le liti tra i membri della comunità, quando aveva una conoscenza superiore delle tradizioni della tribù, delle forze della natura e del regno degli Spiriti. Gli anziani della comunità erano i custodi di tutte le tradizioni, dei canti, delle storie, dei miti e per questo erano ascoltati e venerati.
Dato che tutto veniva tramandato oralmente, un anziano era, forzando un po' il paragone, ciò che per noi è una biblioteca: il ricettacolo del sapere della società. E il suo compito era trasmettere ai giovani tutta la sua conoscenza affinché la tradizione, e quindi la tribù stessa, potesse sopravvivere.
Il tentativo costante all'interno della cultura indiana di raggiungere "l'armonia" si rivela anche quì: da un lato i giovani erano educati e costantemente sollecitati a trattare con rispetto gli anziani, dall'altro questi ultimi avvertivano come naturale cedere il loro potere alle generazioni successive e le preparavano al meglio per questo compito.
Gli anziani sapevano così di non essere inutili, anzi di avere un ruolo importante, un lavoro essenziale per il presente e il futuro della tribù. E i giovani non li consideravano un peso morto o, peggio ancora, un ostacolo per la conquista di un loro ruolo nella comunità.
Un'altra dimostrazione di saggezza per gli Indiani era quella espressa nella vita di un individuo che impiega tutte le energie per il bene del prossimo, anche a costo di negare completamente se stesso.
E chi più di un anziano poteva essere nella serena condizione di avere già una lunga vita alle spalle e desiderare di spendere quella che restava per il bene della comunità? In questa ottica e con una visione profondamente spirituale di tutte le cose, compresa la morte, si spiega perchè molti anziani, troppo ammalati o non più in grado di badare a se stessi, scegliessero di allontanarsi dalla tribù per andare a morire in solitudine.
"Tra i genitori e figli c'era un solido rapporto, che aveva le sue basi nei sistemi educativi con cui i ragazzi venivano cresciuti. Infatti, anche da adulti, noi Sioux avevamo un profondo rispetto nei confronti dei nostri padri e delle nostre madri. Non li abbiamo abbandonati mai, anzi era una gioia occuparci di loro quando erano vecchi, ricambiando così tutto l'amore che ci avevano dato quando eravamo bambini. Provvedere agli anziani perciò era per noi una gioia, non certo un dovere"
Orso In Piedi