Cultura dei nativi americani
martedì, 28 novembre '23
Lo Scorpion Tree e l'incisione sul suo tronco
Pubblicata mercoledì, 10 febbraio '10
Lo Scorpion Tree è una vecchia quercia che si trova nelle Santa Lucia Mountains, nei pressi della contea di San Luis Obispo, in California. Sarebbe un vecchio albero come molti altri se solo non fosse per un'incisione sul suo tronco che fino a pochi anni fa si riteneva fosse stata fatta da cowboys di passaggio. Ma non si tratta di un semplice lavoro d'intaglio fatto dall' "uomo bianco": la lucertola a sei zampe scavata nella corteccia dello Scorpion Tree, lunga ben un metro, è incorniciata da un rettangolo, e si trova vicino a due sfere intagliate allo stesso modo nel tronco dell'albero. Un'opera d'arte realizzata, a quanto pare, dai Chumash. I Chumash sono una tribù di nativi americani che è vissuta nelle zone costiere della California per millenni: i primi insediamenti infatti risalirebbero a circa 10.000 anni fa. Prima del contatto con l'uomo occidentale si stima che la popolazione si aggirasse attorno a 10-20.000 individui; ma all' inizio del 1900, tra vaiolo ed influenza, la popolazione si ridusse a circa 200 persone, che fortunatamente sono riuscite a risollevare le sorti della tribù portandola a circa 5000 unità attuali. "Sono stato il primo a capire che si trattava di un motivo dei Chumash" dice Rex Saint Onge, paleontologo, riferendosi ai nativi americani della regione che hanno lasciato tracce simili su alcune rocce rinvenute nella zona tra Santa Barbara e Malibu. Solo che in questo caso non si tratta di un petroglifo, un'incisione nella roccia, ma di un motivo inciso sulla corteccia di un albero, l'unico del suo genere per quanto riguarda la cultura dei Nativi Americani dell'intera costa Ovest degli Stati Uniti. Dopo aver speso diverso tempo nello studio della simbologia di queste incisioni, Saint Onge ha compreso che i disegni riportati sulla vecchia quercia non sono altro che una rappresentazione del cielo: si trattarebbe infatti della relazione tra il Grande Carro e la Stella Polare. La cosa sorprendente è che i Chumash sono sempre stati considerati un popolo di cacciatori-raccoglitori-pescatori, privo di alcuna nozione di astronomia se non per un'osservazione superficiale del cielo e delle stelle. Ma essendo una delle relativamente poche popolazioni americane in grado di navigare l'oceano, una qualche conoscienza delle stelle dovevano pure averla, ma nulla di queste loro nozioni astronomiche pare essere giunto a noi; nulla a parte le incisioni sullo Scorpion Tree. Essendo un paleontologo, Saint Onge non sapeva molto di astronomia. Ma come un bravo scienziato deve saper fare, si è rimboccato le maniche ed ha iniziato a studiare. Ha imparato che la Stella Polare è il fulcro della rotazione del Grande Carro, che ruota attorno ad essa in 24 ore, e che la posizione della costellazione durante il tramonto può comunicare la stagione in cui ci si trova. Se tuttavia ha imparato tutto questo attraverso i libri, i Chumash pare lo avessero appreso osservando il cielo, il che denota una conoscienza dell'astronomia prima nemmeno ipotizzata. Il lavoro di incisione del tronco dell'albero quindi non è un semplice motivo impresso sull'albero durante una delle visioni sciamaniche indotte da sostanze psicoattive, come spesso avveniva durante le cerimonie Chumash e come era stato ipotizzato per decenni dai paleontologi. Si tratta invece di una sorta di libro di astronomia, utilizzato come parte del calendario Chumash per stabilire in quale stagione ci si trovasse, e da questo regolare i ritmi della vita tribale. Datare le incisioni sull'albero è estremamente difficile, tant'è che oggi come oggi non si sa quando siano state effettuate. Si ipotizza anche che le incisioni non siano per nulla state fatte da antichi Chumash, ma da una famiglia Chumash vissuta in zona e morta per l'epidemia del 1918. Ma Saint Onge è convinto che si tratti di un'antica mappa celeste, un'incisione che dovrebbe far rivalutare completamente la complessità culturale dei Chumash e le loro nozioni in fatto di astronomia. E gli fa eco anche Joe Talaugon, 79 anni, anziano Chumash e fondatore del Guadalupe Cultural Arts Center, che sostiene che la cultura Chumash sia sopravvissuta quando, oltre 200 anni fa, le missioni spagnole hanno cercato di sradicarla per far posto alla fede cristiana. "La gente Chumash sta realizzando che hanno una connessione profonda con i loro antenati, e vogliono rinnovarla. E' importante per me come anziano che si faccia luce sulla nostra storia. L'incisione su quell'albero ha aperto molte strade per la ricostruzione della nostra storia".