Pubblicata mercoledì, 25 maggio '05
Se mai voci indiane hanno cantato di una grande montagna bianca dimora degli antenati, tale canto si è ormai perso, finito dove risuonano tutte le canzoni dimenticate.
Gli indiani erano gli Shoshone che, insieme con i Paiute, i Mono, e Washo, vagavano attraverso gli sconfinati territori del West, noti come il Gran Bacino.
Con i suoi oltre 500.000 Km/q, dalla catena della Sierra, in California, a quella del Wasatch, in Utah, stendendosi a nord verso il fiume Columbia e a sud fino alla Valle della Morte, il Gran Bacino-valli desertiche riarse al sole e cime innevate ha preso questo nome dal fatto che le sue acque non hanno sbocchi in mare.
Considerato dai primi viaggiatori, commercianti e coloni come assolutamente inabitabile, il Gran Bacino è stato, a parte l'Alaska, l'ultimo territorio degli Stati Uniti a esser penetrato ed esplorato.
Area in cui la popolazione, sia antica che moderna viene misurata non in numero di persone x Km/q ma in Km/quadrati x persona, il Gran Bacino è tuttora una regione sconosciuta e una terra piena di segreti.
I primi esploratori consideravano gli indiani del G.Bacino dei poveracci, molto arretrati, se avevano scelto di vivere in un territorio così inospitale.
In tempi più recenti, il loro stile di vita è stato rivalutato x la sua complessità e x la perfetta scelta dei tempi che aveva permesso loro di ambientarsi in un territorio così difficile.
L'arte di sopravvivere richiedeva la perfezione assoluta.
Secondo l'espressione usata da alcuni indiani del bacino, vivere lì era vivere "all'ombra della freccia".
La cultura indiana del G.B. non ha lasciato molto allo studio degli archeologi ma grazie ad alcuni frammenti di tradizioni orali e di manufatti, gli studiosi si son fatti un idea, sia pur approsimativa, della popolazione che viveva sui pendii e nelle valli del bacino, bravi cacciatori e raccoglitori che inseguivano perennemente le stagioni.
Nulla faceva supporre che non fosse così.
Poi nel 1977, un biologo del Servizio Forestale, mentre esaminava la cima più alta del Nevada centrale, il Monte Jefferson, alto più di 3600 mt, notò che, proprio al di sotto della cima, alcuni massi erano disposti in modo innaturale a forma di anello.
Nel 1978 più approfondite ricerche portarono alla luce i resti di un intero villaggio Shoshone:punte di frecce, di lance, vasellame, pipe, collane e arnesi da lavoro.
Chiamarono il villaggio Alta Toquima, è uno degli insediamenti indiani più ad alta quota rinvenuti nel Nord America e la sua scoperta apre nuovi orizzonti sulla vita dei primi americani.
Ma la cosa più straordinaria è che il villaggio di Alta Toquima è rimasto indisturbato, non visto e inviolato fin da quando, secoli fa, l'ultimo Shoshone se ne andò, senza mai più farvi ritorno.
Gli Shoshone vestivano di pelli e di artemisia intessuta, cacciavano animali come la pecora Bighorn e raccoglievano pigne e pinoli.
Utilizzavano l'acqua della vicina sorgente, nella luce abbagliante del sole e nell'aria rarefatta, l'acqua spumosa era quasi inebriante, dolce e gelata.
Erano persone ingegnose, non solo si spostavano seguendo le stagioni ma sfruttavano anche le fasce ambientali verticalmente.
Quando nelle valli era torrida estate, lassù era già stagione autunnale.
Alta Toquima veniva abitata solo d'estate e vivere lassù rappresentava un idea rivoluzionaria. Gli Shoshone non possedevano piante coltivate o bestiame ma si trattava di una popolazione più complessa di quanto appaia a prima vista, proprio come il G.B.
Nel G.B. non c'è un Gran Canyon o uno Yosemite ma questo sterminato e desolato territorio può ancora offrire scoperte interessanti senza essere infastiditi da orde di turisti, nel G.B non c'è mai nessuno.
Vi sono posti ove è possibile vedere petroglifi e pittogrammi indiani, in luoghi ignoti agli studiosi, ritrovare carri di pionieri abbandonati nel deserto, posti così al riparo dalle intemperie ove è ancora possibile vedere i solchi lasciati dalle ruote. Vi sono posti ove all'ombra di millenari pini della California con circonferenza anche di 12mt ci si sente infinitamente piccoli davanti al mondo intero e alzando lo sguardo verso le stelle pensare a quanti altri universi esistono e universi all'interno di altri universi.
Qui si è liberi di girovagare senza meta.
Vi sono zone così belle che sembra quasi sacrilegio attraversarle.
Queste terre sono come le videro i pionieri, come le lasciarono gli indiani, come vennero create da Dio.
Ti fanno sentire libero..
Certo queste terre perlopiù attrversate in gran fretta dai pionieri x raggiungere la California hanno subito in passato come ora una sorta di violenza x la presenza di oro e argento, anche se non in quantità paragonabili all'Alaska.
Tuttora permangono ancora attività minerarie estrattive di rame, tungsteno, ferro e vari materiali non metallici effettuate da grandi industrie.
Ma i tempi del cercatore indipendente e solitario non sono del tutto finiti.
C'è ancora chi vaga fra le colline seguendo il suo istinto o le informazioni di un vecchio indiano, portandosi dietro un piccone, una baccinela e un badile, nonchè una fede incrollabile, non è una leggenda del Far West, è un personaggio che esiste ancora.
Questi personaggi comunque tendono a minimizzare le loro scoperte, nel G.B. secondo alcuni c'è il più grande giacimento di gemme degli Stati Uniti.
Le pietre preziose starebbero proprio in quelle colline, bisogna soltanto andarle a cercare.
Nel G.B. ci sono i turchesi, tra i più puri e privi di imperfezioni che esistano, paragonabili a quelli delle antiche miniere della Persia e del Sinai. Chissà forse il Blu Room, il non plus ultra dei turchesi si trova proprio quì.
Una leggenda indiana sembrerebbe proprio confermare tutto ciò, si narra che il Grande Spirito prese l'acqua che colmava il bacino, la portò sulle montagne, separò le nubi e trasformò l'acqua in turchesi..Dove tutto questo?All'ombra della freccia,nel Gran Bacino.