Pubblicata mercoledì, 8 febbraio '06
Ci fu un tempo in cui tutti gli animali vivevano in pace e nessuno mangiava gli altri. Tutti gli animali erano dello stesso colore, perché non avevano ancora pitturato le loro facce.
Il bisonte era il più grande e forte di tutti, e cominciò ad avere fame e a voler diventare il capo di tutti gli animali. Voleva ricavare forza dagli altri cibandosi delle loro carni. Il bisonte voleva diventare il cacciatore di tutti gli animali.
L’essere umano, allo stesso modo, disse che avrebbe voluto diventare il capo degli animali. Voleva ricavare forza dagli altri cibandosi delle loro carni. L’uomo voleva diventare il cacciatore di tutti gli animali.
Così il bisonte sfidò l’uomo in una gara, il vincitore della quale sarebbe diventato il capo degli animali. L’uomo disse che avrebbe accettato la sfida, ma siccome i bisonti hanno quattro zampe e le persone ne hanno solo due, l’essere umano chiese il diritto di avere un altro animale che gareggiasse in sua vece. Il bisonte acconsentì.
L’uomo scelse come suoi rappresentanti gli abitanti del cielo: il colibrì, l’allodola della prateria, il falco e la gazza. Anche gli altri animali e uccelli volevano partecipare alla gara, ognuno di loro pensava infatti di avere una possibilità di diventare il capo degli animali. Tutti presero del colore e dipinsero i loro corpi per la gara, ciascuno secondo la propria visione spirituale.
La moffetta dipinse su di sé e sul suo simbolo delle strisce bianche. L’antilope si dipinse con il colore della terra. Il piccione dipinse dei cerchi neri intorno ai suoi occhi e alla sua coda. Il pettirosso si colorò di marrone con il petto rosso.
La gara si disputò alle pendici delle Black Hills, nel luogo noto come Buffalo Gap.
I partecipanti stabilirono di partire tra due pali, di correre fino ad un trezo paletto e di tornare quindi indietro ai due pali di partenza.
Tutti gli animali, colorati secondo la loro visioine, si schierarono sulla linea di partenza . Tra gli animali vi erano gli uccelli che avrebbero gareggiato per l’uomo, e il bisonte corridore, il più magro e veloce di tutti i bisonti.
Il grido di partenza fu lanciato e tutti gli animali e gli uccelli scattarono in avanti. Subito il colibrì prese la testa della corsa davanti al bisonte corridore, ma le sue ali erano troppo piccole e presto si trovò dietro. Così, mentre gli animali si avvicinavano al palo di metà corsa, il bisonte corridore prese il comando. L’allodola della prateria risalì il gruppo fino ad affiancare il bisonte, e i due arrivarono al palo l’uno accanto all’altra. Il bisonte girò attorno al palo impetuoso lanciando un urlo e si liberò dell’allodola, la quale fu costretta a curvare all’esterno perdendo terreno.
L’allodola, ormai stanca, si fece superare dagli altri animali e incoraggiò il falco affinchè si portasse al comando. Il falco guadagnò terreno sul bisonte, e il bisonte temette che potesse superarlo. Infatti il suo cuore pulsava veloce e le sue zampe erano stanche, ma anche le ali del falco erano ormai stanche, e per questo il falco presto si trovò dietro.
Il bisonte era ormai vicino alla linea di arrivo e si immaginava già come il re degli animali.
Poi, dietro al bisonte, comparve la gazza con le ali che battevano assiduamente. Essa non era molto veloce in partenza, ma il battito delle sue ali era forte e costante. Il suo cuore era saldo. I suoi occhi fissavano solo la linea di arrivo. Non si guardò mai indietro. Le sue ali la portavano avanti battito, dopo battito, dopo battito. Tutti gli altri animali avevano perso terreno.
Il bisonte guardò verso il cielo e vide la gazza che recuperava terreno, ma la gazza non guardava altro che l’arrivo. Con ogni battito delle sue ali guadagnava uno spazio non più ampio della lunghezza del suo becco. All’arrivo, intanto, molti animali si affollarono per vedere chi avrebbe vinto. Il piccione, che era uscito presto dalla corsa, si era posizionato sulla linea di arrivo in piedi, con le sue piccole ali aperte per toccare i concorrenti quando fossero arrivati. Lui, infatti, doveva sentire il tocco di chi fosse arrivato primo, e poi si sarebbe girato verso il vincitore.
Il bisonte si faceva sempre più vicino e alcuni animali temettero che il piccione potesse essere travolto e calpestato. La gazza gradualmente volava sempre più vicino al suolo, per riuscire a toccare la piccola ala del piccione. Il piccione non si mosse.
La gazza sembrava poter vincere. Il bisonte si protese in avanti mentre correva, per toccare l’ala del piccione per primo con il suo grosso naso.
L’ala della gazza toccò la piccola ala del piccione un istante prima che arrivasse il bisonte e si alzasse una nuvola di polvere a coprire la scena. Tutti gli animali aspettarono ansiosi che la polvere si posasse. Alla fine videro il piccione rivolto verso la gazza!
Gli esseri umani avevano vinto la gara!
Da allora il bisonte vagò per le grandi pianure e mangiò erba. Gli uomini, invece, diventaroni grandi cacciatori, i capi di tutti gli animali.