Pubblicata sabato, 30 agosto '08
E' di rilevante interesse rivisitare la figura di Tashunka Witko alla luce della sua molteplice attitudinrietà all'interno del gruppo Oglala. La sua visione delle cose, fortemente tradizionalista, come attestano gli sforzi per la conservazione culturale Oglala, attuati in tutta la sua vita vanno ad integrarsi di fatto con la sua ricerca di un nuovo equilibrio dopo gli stravolgimenti dell'invasione bianca. Ed è qui che la figura del capo guerriero va ad amalgamarsi a quella del cercatore di visioni: Guidato dai poteri del tuono, come attestano le numerose pitture in cui appare con il corpo maculato, simbolo della grandine, e dal suo animale guida, il famoso falco dalla coda rossa sembrerà per tutta la vita un "uomo di mezzo", un individuo in bilico tra sanguigna tensione all'atto bellico e cercatore di una piu' intima spiritualità. Cavallo Pazzo sarà per tutta la sua breve vita un ricercatore silente e solitario, di poche parole ma capace di grandi atti di coraggio. La sua figura di eterno ribelle, al contrario di Nuvola Rossa e di altri importanti capi Lakota e non, resterà viva nella memoria collettiva di un popolo per via di questo non sterile dualismo, pregno di una concettualità che vivifica e rende giustizia ad uno dei piu' controversi personaggi del mondo Lakota. Il non esser giunto a patti con i Washi'cu cosi' come Nuvola Rossa (che ebbe un peso rilevante nella vicenda tragica della sua morte) ne fa l'eroe e l'antieroe insieme in un amalgama meraviglioso. L'epica morte, cantata dal padre Bruco è la conclusione d'una vita d'uomo essenziale e tragico. Tra Heyoka e Uomo di medicina, pensatore e guerriero.