Cultura dei nativi americani
venerdì, 22 settembre '23
Obama dice no all’estrazione di uranio nel Grand Canyon
Pubblicata giovedì, 27 ottobre '11
L'amministrazione Obama ha fatto un importante passo avanti nella protezione di oltre un milione di acri di terreni pubblici nel Grand Canyon National Park, per liberarlo dalle prospezioni minerarie e vietarne delle nuove. Una decisione molto sollecitata ed attesa dalle associazioni ambientaliste statunitensi, molto preoccupate perché l'area del Grand Canyon è minacciata da centinaia di richieste di aperture di nuove miniere di uranio. L'annuncio dell'Amministrazione Obama arriva dopo che il deputato democratico dell'Arizzona Grijalva, insieme a scienziati, capi tribù ed amministratori locali, imprenditori e centinaia di migliaia di cittadini che vogliono tutelare la regione e le sue acque hanno avviato una serrata campagna contro le miniere di uranio nel Grand Canyon. Attualmente le salvaguardie federali accettavano i divieti di realizzare miniere di uranio messi dalle tribù indiane Hualapai, Havasupai, Kaibab-Paiute e dalle tribù Hopi, così come dalla nazione Navajo sulle sue terre nel nord Arizona e nei pressi del parco. Il segretario agli interni Usa, Ken Salazar, ha detto che la decisione sarà ufficialmente esecutiva entro 30 giorni.
Michael Brune, direttore esecutivo di Sierra Club, la più grande e diffusa associazione ambientalista Usa, è molto soddisfatto: «Sierra Club applaude la decisione di proteggere queste terre pubbliche preziose pubblico. Il Grand Canyon è un fiore all'occhiello del nostro sistema di parchi nazionali ed è un pezzo importante della storia, della cultura e dell'economia americane. Queste terre pubbliche non sono il posto per l'energia distruttiva e lo sviluppo minerario».
L'associazione statunitense sottolinea che «Ogni anno, quasi 4,4 milioni di persone vengono a visitare il Grand Canyon National Park, contribuendo con più di 680 milioni dollari all'economia del Nord Arizona. Questi visitatori vengono da tutta la nazione e da tutto il mondo per godersi il paesaggio grandioso e le opportunità ricreative all'aperto e per vedere una vasta gamma di fauna selvatica, tra cui la tartaruga del deserto, il condor della California, l'astore del nord, e lo scoiattolo Kaibab, che non si trovano in nessun altro posto».
Le domande di licenze per miniere di uranio riguardano gli altipiani che circondano il Grand Canyon e produrrebbero lo sventramento e l'industrializzazione di territori selvagge e di siti sacri dei nativi americani e distruggerebbero di siti importanti per la presenza di decine di piante ed animali selvatici rari, inquinando definitivamente sorgenti ed acque sotterranee. Lo spartiacque fiume Colorado fornisce acqua a milioni di ettari di terreni agricoli e alle persone che vivono in tutto il Southwest Usa.
Secondo Sandy Bahr, direttrice del Grand Canyon Chapter Club's di Sierra Club, «La decisione odierna protegge l'acqua potabile per milioni di persone nel sud della California, Arizona e Nevada, che fanno affidamento sul fiume Colorado. Le miniere di uranio radioattivo non dovrebbe sorgere vicino alla nostra acqua o vicino al Grand Canyon National Park. La "Resilient Habitats Campaign" di Sierra Club sta lavorando in tutto il Paese per proteggere, collegare e ripristinare i grandi spazi aperti dell'America. Dalla salvaguardia delle terre selvagge e delle acque della nostra nazione, otterremo sistemi naturali sani che aiuteranno le piante, gli animali e le persone a sopravvivere e prosperare nel cambiamento climatico».