Pubblicata lunedì, 30 giugno '03
L'orso è, fra tutti gli animali, il più pericoloso da cacciare. Avevo sentito raccontare tante storie sulla sua astuzia, che tremavo all'idea d'incontrarne uno. Un giorno, alcuni di noi si recarono a cacciare l'orso.
Dopo aver preparato un accampamento provvisorio che ci sarebbe servito per diversi giorni, partimmo marciando in fila. Dopo un pò ci fermammo, e ciascuno di noi prese una direzione diversa. Disse mio padre:
Figlio mio, era meglio se restavi indietro. Non allontanarti troppo, perchè corri il rischio di perderti.
Ci dividemmo, dunque, e ognuno prese la sua strada.
Io tremavo di paura all'idea di incontrare la mia preda! Andai nella direzione dove mi pareva fosse meno probabile incontrare un orso, e a ogni rumore che sentivo nel bosco, pensavo subito che ce ne fosse uno. Salii su un vecchio tronco caduto, e in quella intesi un tale frastuono proveniente dal dosso della collina, che il cuore cominciò a saltarmi in petto.
Mi volto e ti vedo un enorme orso che sta correndo verso di me! Mi nascondo dietro un albero, ma quello continua a correre; non lo perdevo d'occhio: l'orso veniva giù come una grossa botte che rotolasse lungo il fianco della collina, e non accennava affatto a fermarsi; quando fu a pochi passi da me, saltai di fianco e gridai :
"Yah!" [Esclamazione di paura].
Scaricai il mio fucile senza prendere la mira; l'orso scartò di fianco, e così facendo fece volare in aria terra e foglie; per un attimo, fui portato a credere che l'orso mi fosse addosso.
Il fucile mi sfuggì di mano, e caddì all'indietro, mentre l'orso si abbatteva lungo disteso a pochi passi da me. Quando mi ripresi raccolsi il fucile e mossi pochi passi dal punto dove ero caduto, ricaricando in fretta e furia l\'arma, dopo di che, trovata una lunga pertica, mi misi con questa a punzecchiare l'orso sul fianco, per vedere se era proprio morto. Non si mosse, segno che era spacciato; ma anche così, non avevo il coraggio di andare a toccarlo con le mani.
Più tardi, dopo che tutto fu passato ed ebbi detto a mio padre che avevo ucciso un orso, non stavo più nella pelle per la gioia. Esaminando la belva, scoprii che la pallottola le si era piantata proprio nel cuore.
Capo Kah-ge-ga-gah-bown, Ojibway