Cultura dei nativi americani
venerdì, 22 settembre '23
I Paiute nel mondo del lavoro
Pubblicata venerdì, 5 dicembre '03
L’entrata dei paiute meridionali nel mercato comincia davvero presto per il West: nel 1849, quando i coloni si riversarono lungo la Vecchia Pista Spagnola,detta anche Sentiero dei Mormoni.
Per questi piccoli gruppi di paiute, che percorrevano a piedi le impervie terre del Nevada meridionale e dell’Utah sudoccidentale, il lavoro salariato divenne ben presto il modo principale di sussistenza, via via che gli immigrati occupavano le terre migliori.
I paiute erano troppo deboli per opporsi a gente dura e decisa come i mormoni, così preferirono lavorare per loro, il che permetteva di godere di un tenore di vita tutto sommato migliore di quello tradizionale e della loro protezione armata contro i cacciatori di schiavi per il New Mexico, i cavalieri nomadi ute.
All’inizio facevano i mandriani per le carovane, poi diventarono la manodopera indispensabile che contribuì alla grandezza della Chiesa dei Santi dell’Ultimo Giorno, lavorando nella costruzione di case, chiese e forti, nei campi e al mastello della lavandaia.
Erano pagati quasi sempre in natura, in genere farina e ricevevano da mangiare sul luogo di lavoro, ma solo in quantità sufficiente per il lavoratore stesso e non per la famiglia; perciò i paiute continuavano,con sempre maggiori difficoltà, a seguire parzialmente il ciclo tradizionale di caccia e raccolta e a vendere piccole quantità di pinoli, fieno e pesce ai bianchi.
Ma la risorsa principale di questi indiani, quella che i bianchi desideravano veramente comprare in una terra con pochissimi abitanti, era la loro forza lavoro, con impieghi a breve termine e pagamento con cibo o vestiti usati,immediatamente alla fine della giornata.
Nelle città minerarie come Pioche,nel 1860 i paiute eseguivano praticamente ogni compito tranne quelli meglio pagati, come il minatore, e ricevevano un salario quattro volte inferiore a quello dei bianchi.
Mentre la continua crescita delle città, dell’agricoltura a irrigazionee degli allevamenti riduceva il territorio per la caccia e la raccolta indiana, il lavoro salariato diventava sempre più importante: nel 1880, a soli trent’anni dal primo contatto significativo con gli euroamericani, i paiute meridionali dipendevano da loro per il 60% della loro economia, mentre il restante 40% comprendeva caccia e raccolta e distribuzioni di derrate da parte del governo delle chiese.
I paiute venivano assunti individualmente e non tramite boss indiani o gli agenti bianchi, come in altre regioni e non riuscirono mai a organizzarsi per ottenere un minimo di controllo sul loro salario, che continuò ad essere pagato in natura– e il valore della merce era stabilita dal datore di lavoro – fino agli anni Venti di questo secolo.
Tra il 1872 e gli anni 1920 il governo americano istituì delle piccole riserve a Moapa, Shivwits, Kaibab, Las Vegas e altre località, ma gli indiani si guardarono bene dal rinchiudersi in riserva, dove la base territoriale era troppo piccola per sopravvivere e dove non c’era lavoro, e continuarono ad andare dove potevano procurarsi un salario, nonostante le lamentele degli agenti.
Minacciati nella loro carriera, nei decenni 1910 e 1920, alcuni di questi agenti cominciarono a comprendere il ciclo della flessibilità del lavoro indiano e iniziarono a offrire lavori in riserva nei periodi morti invernali – costruzione di strade, di fossi d’irrigazione, di edifici e recinti e a ottenere prestiti per costruire delle fattorie indiane.
Ma i paiute usarono il ricavato di questa attività per comprare carri, cavalli da tiro e finimenti e, più tardi, Ford T con cui andare a raccogliere meloni, ravanelli e barbabietole da zucchero nei campi dei non indiani.
E quando le autostrade aprirono nuove possibilità di andare ancora più lontano i Paiute erano là, pronti a correre nei cantieri dei megaprogetti come la diga Boulder (ora Hoover).
I paiute meridionali continuarono ad essere la spina dorsale del lavoro salariato agricolo fino agli anni 1940, quando cominciarono a venire soppiantati prima dai navajo e poi dagli immigrati messicani e latinoamericani.